Scarica il documento: Linee guida per la comunicazione
Cosa sono e come usare le linee guida per la comunicazione in Agesci
Quasi 180.000 camicie azzurre in giro per l’Italia comunicano!
La principale comunicazione dell’Agesci è proprio quella realizzata da ogni associato e dalle nostre unità, Gruppi, strutture nelle loro attività. Quindi lo stile e la coerenza con le scelte della Legge e della Promessa sono la nostra prima comunicazione.
C’è però anche la necessità di una comunicazione programmata, strumento essenziale per la nostra Associazione, per poterne promuovere e valorizzare le attività educative, per riaffermarsi nel territorio, per produrre conoscenza, ottenere visibilità o anche finanziamenti per alcuni progetti.
Le attività di comunicazione mettono inoltre l’Agesci in contatto con altre associazioni e realtà, entrando in una vera e propria “rete” che ci permette di condividere e partecipare con altri finalità e iniziative comuni, e per dare maggiore forza, incisività e visibilità alla nostra azione educativa.
Proprio alla luce di queste considerazioni, il Consiglio generale 2009 ha approvato il documento Linee guida per la comunicazione dell’Associazione, con il quale sono stati dati gli orientamenti per una corretta comunicazione.
In particolare, il documento si occupa di delineare la struttura del piano di comunicazione e le modalità di comunicazione nei casi di emergenza.
Piano di comunicazione
Il Piano di comunicazione della nostra Associazione:
Il documento indica anche quando comunicare, a chi compete farlo, cosa e come comunicare.
Si rimanda alla lettura delle Linee guida per una conoscenza completa. Qui di seguito, alcune indicazioni in sintesi.
Rispetto al quando comunicare, il riferimento è al Patto associativo. L’Agesci è chiamata a comunicare, in via programmatica, cioè dandosi un proprio sistematico e organizzato Piano di comunicazione, o in via eccezionale, cioè con procedure d’urgenza, ogni volta che sono in gioco i valori e le scelte espressi dal Patto associativo.
Vi è poi ovviamente la comunicazione ordinaria che è conseguenza diretta e automatica della presenza delle nostre unità nel territorio e dell’uso dell’uniforme, e che ci richiama allo stile e alla coerenza con le scelte della Legge e della Promessa.
Alla domanda a chi compete comunicare, cioè chi parla a nome dell’Agesci, la risposta va trovata rivisitando quanto indicato nello Statuto e sostanzialmente seguito nelle prassi associative.
I responsabili dei vari livelli dovranno essere eletti anche per la loro capacità di saper rappresentare le linee di fondo della tradizione Agesci e la loro applicazione alle nuove situazioni e dovranno impegnarsi ad accrescere questa capacità.
Ciascun livello può parlare solo per scelte collegate al suo ambito territoriale e funzionale.
I rappresentanti esterni dell’Associazione sono, nell’ambito dei vari Comitati, solo i Responsabili dei vari livelli (capigruppo, Responsabili di Zona e Regione).
Gli altri componenti dei Comitati, e ancor di più gli eventuali Incaricati nominati, se richiesti di rappresentare l’Associazione, devono coordinarsi con i Responsabili.
A livello nazionale si realizza, invece, un particolare e importante intreccio tra Capo Guida – Capo Scout e Presidenti del Comitato nazionale.
Rispetto al cosa comunicare, l’Associazione comunica i contenuti della propria cultura: Legge, Promessa e Patto associativo.
I temi prioritari della comunicazione associativa sono individuati all’interno dei temi del Progetto nazionale e dei progetti/programmi, a tutti i livelli associativi.
E, infine, rispetto al come comunicare, le linee guida distinguono una comunicazione all’esterno e una all’interno, ben sapendo che non c’è mai completa distinzione tra le due.
La comunicazione rivolta verso l’esterno, può essere fatta come intervento diretto dell’Agesci, oppure in collaborazione con altre associazioni/realtà.
Nel caso di comunicazione diretta dell’Associazione sarà il Piano di comunicazione a indicare priorità, tempi e modi della comunicazione stessa.
Nel caso di interventi in collaborazione con altri, la “collaborazione comunicativa” andrà realizzata solo quando ci sia concordanza su scopi e mezzi.
Non sembra coerente né con la nostra cultura associativa, né con le nostre reali possibilità di gestione la scelta di una comunicazione esterna frequente e intensa.
Per la comunicazione interna, la cura va posta ai livelli di consultazione interna (fra il nazionale e le Regioni, fra le Regioni e le Zone, fra le Zone e i Gruppi) così che possano maturare, ai livelli di volta in volta coinvolti, le posizioni associative da assumere come condivise, da far circolare perciò all’interno prima che all’esterno o quantomeno contemporaneamente.
Comunicare nei casi di emergenza
Non tutte le situazioni costituiscono emergenza comunicativa per l’Agesci.
Secondo il Patto associativo, possiamo dire che c’è emergenza comunicativa nelle situazioni che riguardano/mettono in pericolo:
Ci sono molte altre situazioni che ci interpellano direttamente come singoli capi (lo scout è buon cittadino, quindi inserito pienamente nella società) ma non direttamente come Associazione, perché escono dal nostro specifico: in queste situazioni, la scelta spetta ai singoli e va rispettato il loro pensiero, senza omologazioni associative.
In questi casi, infatti, esiste un pensiero dei singoli (anche dei quadri), ma non esiste un pensiero uniforme di tutta l’Associazione da comunicare e quindi – sia per rispetto dei singoli e delle famiglie dei nostri associati, sia per evitare di essere manipolati come Associazione – è appropriato astenersi da esprimere posizioni Agesci, tramite comunicati stampa, documenti o adesioni a documenti proposti da altri.
In questi stessi casi, è appropriato che i singoli capi o ragazzi maggiorenni partecipino a eventuali manifestazioni senza utilizzare l’uniforme: l’adesione è del singolo e non dell’Associazione e l’utilizzo dell’uniforme non permette di distinguere le due cose.