La comunicazione non è una delle funzioni del nostro agire, è il nostro stesso agire. Attorno a questa verità si è sviluppato il seminario organizzato a Roma da Azione Cattolica il 3 maggio scorso, dal titolo significativo “Parola e parole”: unire la “Parola” della fede alle “parole” con le quali quotidianamente comunichiamo.
In quest’ottica le nuove tecnologie di comunicazione non sono solo strumenti, ma danno origine a una nuova cultura del dialogo.
Secondo Mons. D. Pompili, l’attenzione va posta a tre ostacoli da non subire: l’indifferenza, che è il contrario del discernimento, la sacralizzazione della tecnica e il linguaggio.
L’idea errata è che lo strumento tecnico non sia connotabile dal punto di vista etico. La sfida, invece, è riuscire a far sì che l’uomo faccia la differenza.
Relatori del seminario: mons. C.M Celli Presidente Pontificio Consiglio comunicazioni sociali, mons. D. Pompili Direttore dell’ufficio CEI per le comunicazioni sociali, M. Sorice sociologo, M. Tarquinio direttore Avvenire, P. Bustaffa direttore agenzia SIR, V. De Luca giornalista.
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