L’evoluzione digitale della specie

È stato presentato a Roma l’11° Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione.

Racconta dell’evoluzione del comunicare, iniziata all’incirca un ventennio fa con l’avvio dei processi di digitalizzazione, grazie ai quali il singolo da spettatore inattivo è diventato un potenziale produttore di contenuti. Viene rilevata una forte interazione tra l’ambiente comunicativo e la vita quotidiana dei soggetti attivi nel web, con una matrice di variabili che fanno riferimento a luoghi, modalità, strumenti, tempi e attività della vita connessa in rete.

Risulta che da molti anni la spesa delle famiglie per l’acquisto di tecnologie di comunicazione personali segue un trend in forte crescita, nettamente più dinamico dell’andamento della spesa complessiva delle famiglie.

Gran parte della crescita del settore è attribuibile alle vendite di apparecchi telefonici (+351,4% nel solo periodo 2000-2011), che hanno avuto una forte impennata a cominciare dal 2003. I cosiddetti “nativi digitali” sono aperti alla multimedialità, ma il 44,6% degli under 30 ha perso familiarità con i mezzi a stampa.

Sono dati interessanti, che devono farci riflettere come educatori. Non certo per abbandonare lo specifico del nostro metodo, vita all’aria aperta, mani abili, attività fisica, quanto piuttosto come potenzialità da utilizzare. Si tratta di saper cogliere la sfida, di vivere anche lì il nostro ruolo di capi: in modo autentico, con l’esempio, con la capacità di avere una misura, di parlare con i ragazzi sia nella rete che nel mondo fisico, di distinguere quando è giusto farlo in rete e quando di persona, con la bussola che abbiamo in mano e che dobbiamo insegnare ai ragazzi a utilizzare non solo nei boschi, ma in tutti gli ambiti della loro vita.

Ed ecco qualche dato, tratto dal Rapporto Censis/Ucsi.

I consumi mediatici nel 2013: tv intramontabile, volano gli smartphone (li usano due terzi dei giovani) La televisione continua ad avere un pubblico di telespettatori che coincide sostanzialmente con la totalità della popolazione (97,4%), con un rafforzamento però del pubblico delle nuove televisioni: +8,7% di utenza complessiva per le tv satellitari rispetto al 2012, +3,1% la web tv, +4,3% la mobile tv. E questo dato è ancora più elevato tra i giovani: il 49,4% degli under 30 segue la web tv e l’8,3% la mobile tv.

Anche per la radio si conferma una larghissima diffusione di massa (l’utenza complessiva corrisponde all’82,9% degli italiani), nonostante la riduzione dell’uso dell’autoradio dipendente dalla diminuzione del traffico automobilistico, mentre l’ascolto per mezzo dei telefoni cellulari risulta in forte crescita (+5,4%). L’uso dei telefoni cellulari continua ad aumentare (+4,5%), soprattutto grazie agli smartphone sempre connessi in rete (+12,2% in un solo anno), la cui utenza è ormai arrivata al 39,9% degli italiani (e la percentuale sale al 66,1% tra i giovani under 30). Su internet il 63,5% degli italiani. Crescono ancora i social network. Gli utenti di internet, dopo il rapido incremento registrato negli ultimi anni, si assestano al 63,5% della popolazione (+1,4% rispetto a un anno fa). Il dato sale nettamente nel caso dei giovani (90,4%), delle persone più istruite, diplomate o laureate (84,3%), e dei residenti delle grandi città, con più di 500.000 abitanti (83,5%). Solo il 2,7% degli italiani utilizza l’e-reader, ma l’utenza del tablet è quasi raddoppiata in un anno, passando dal 7,8% al 13,9% della popolazione (e la percentuale arriva in questo caso al 20,6% tra i giovani). Continua la forte diffusione dei social network, con una tendenziale sovrapposizione tra internet e Facebook: è iscritto a Facebook il 69,8% delle persone che hanno accesso a internet (erano il 63,5% lo scorso anno), che corrispondono al 44,3% dell’intera popolazione e al 75,6% dei giovani. YouTube, che nel 2011 raggiungeva il 54,5% di utenti tra le persone con accesso a internet, arriva ora al 61% (pari al 38,7% della popolazione complessiva e al 68,2% dei giovani). E il 15,2% degli internauti (pari al 9,6% degli italiani) usa Twitter.

La nostra digital life: cosa si fa in rete.

La funzione di internet maggiormente utilizzata nella vita quotidiana è la ricerca di informazioni su aziende, prodotti, servizi (lo fa il 43,2% degli italiani), oppure di strade e località (42,7%). Segue l’ascolto della musica online (34,5%). Anche l’home banking ha preso piede nel nostro Paese: lo svolgimento di operazioni bancarie tramite il web è tra le attività svolte più frequentemente (30,8%). Fare acquisti (24,4%), telefonare attraverso internet tramite Skype o altri servizi voip (20,6%), guardare un film (20,2%), cercare lavoro (15,3%, ma la percentuale si impenna al 46,4% tra i disoccupati), prenotare un viaggio (15,1%) sono altre attività diffuse tra gli utenti di internet. Sbrigare pratiche con uffici amministrativi (14,4%) o prenotare una visita medica (9,7%) sono modalità ancora poco praticate dagli internauti, però in netta crescita rispetto agli anni passati.

Ancora in affanno la carta stampata, ripresa dei libri

Al tempo stesso, non si arresta la crisi della carta stampata: -2% i lettori dei quotidiani a pagamento (con un’utenza complessiva che si ferma al 43,5% degli italiani), -4,6% la free press (21,1% di lettori), -1,3% i settimanali (26,2%), stabili i mensili (19,4%). Stazionario anche il ricorso ai quotidiani online (+0,5%), in crescita gli altri portali web di informazione, che contano l’1,3% di lettori in più rispetto allo scorso anno, attestandosi a un’utenza complessiva del 34,3%. Infine, si segnala una ripresa della lettura dei libri (+2,4%), dopo la grave flessione dello scorso anno, benché gli italiani che hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno sono solo il 52,1% del totale. E gli e-book arrivano a un’utenza del 5,2% (+2,5%).

Incolmabili le distanze tra giovani e anziani.

Enormi restano le distanze tra i consumi mediatici dei giovani e quelli degli anziani, con i primi saldamente posizionati sulla linea di frontiera dei new media e i secondi distaccati, in termini di quote di utenza, di decine di punti percentuali. Tra i giovani la quota di utenti della rete arriva al 90,4%, mentre è ferma al 21,1% tra gli anziani; il 75,6% dei primi è iscritto a Facebook, contro appena il 9,2% dei secondi; il 66,1% degli under 30 usa telefoni smartphone, ma lo fa solo il 6,8% degli over 65; i giovani che guardano la web tv (il 49,4%) sono diciotto volte di più degli anziani (il 2,7%); il 32,5% dei primi ascolta la radio attraverso il cellulare, contro solo l’1,7% dei secondi; e mentre il 20,6% dei giovani ha già un tablet, solo il 2,3% degli anziani lo usa. Caso opposto è quello dei quotidiani, per i quali l’utenza giovanile (22,9%) è ampiamente inferiore a quella degli ultrasessantacinquenni (52,3%).
Per approfondire, con possibilità di scaricare la sintesi di tutti i dati.

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